Centrifuga

I vestiti in lavatrice durante la centrifuga: ecco la metafora per la mia testa in questo momento.

Siamo alle porte di Dicembre, speravo di non arrivarci quest’anno, speravo di continuare a surfare su un’estate che vorrei potesse non finire mai sciudai sciudai. Invece eccomi qua, coi cocci della mia sanità mentale a cercare in ogni modo di far combaciare i bordi distrutti. Sono in un turbine di emotività mista a rabbia e distruzione, vorrei davvero riuscire a essere cosciente di ciò che succede e a prendere in mano la mia vita, ma non sono in grado. Sono stanca. Ho camminato per mesi interi con questo macigno fatto di aspettative, ansie e rotture di coglioni sulla schiena, tanto che Atlante mi ha visto e mi ha fatto: “Oh, vuoi una mano?”.

Ho un pc nuovo, ma non sto scrivendo. Ho venduto tutto l’oro che avevo e che non utilizzavo e l’ho trasformato in un portatile Dell super potente. Mi serviva? Ni, in realtà il mio stava iniziando a perdere colpi quindi mi serviva non rimanere col culo per terra. Vorrei scrivere, far uscire tutto, ma so che se togliessi il tappo, come di solito faccio, in uno spazio come questo, farei male a chi tengo e non voglio. Mi sto privando, potrei trovare un altro spazio, potrei prendere un foglio bianco, ma non mi va. Preferisco sospirare e lasciar perdere.

Aspetto che la lavatrice finisca di girare per stendermi.

2 commenti su “Centrifuga

  1. Sir Babylon ha detto:

    Per esperienza posso dirti che privarsi e non togliere il tappo, non fa mai molto bene. Forse vale la pena trovare un foglio bianco!

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