If I were a boy – Sedici modi di dire Verde

Se fossi un uomo, al contrario di quanto dice la cara regina Beyoncé, me ne sbatterei il cazzo di un milione di cose. Perché il bello degli uomini è quello. Non stiamo con loro perché ci aspettiamo che siano romantici, che ci ascoltino, che siano sempre ciò che desideriamo, al contrario. Altrimenti staremmo con le donne. Stiamo con gli uomini perché ci piace scontrarci, ci piace provare ad attirare la loro attenzione con duemila magici mezzi, ci piace non essere capite e urlare e piangere. Se fossi un uomo, non mi farei troppi scrupoli a mandare a fanculo le persone che appartengono al passato. Sono un uomo, sono uno stronzo, ci sta. Invece questa sensibilità femminile unita ad una unisex sindrome della crocerossina non fanno altro che crepare il mio equilibrio psichico. E mi ritrovo a riaprire porte, finestre e orifizi per far accomodare tutti quelli che già in passato hanno potuto usufruirne. Ovviamente non si dica che non imparo, anzi, ho modi sempre nuovi per farmi deludere, ferire e sodomizzare da questa gente. Si tratta di una sorta di tesi sperimentale sulla tenacia. Allora perché continuo? Perché ogni tanto provo a cambiare qualcosa per vedere di nascosto l’effetto che fa. Così un uomo ha sedici modi per dire Verde, ed un altro ne ha uno soltanto per dire addio. Per questo ho deciso di cambiare colore, un colore nuovo, un verde rabbia, un verde invidia, un verde Hulk, un verde speranza. Dai travasi di bile alla nascita di un filo d’erba. I miei addii non sono mai dei veri addii, piuttosto delle pause, pause lunghe anche anni. Sarebbe bello se fossero definitivi, se decidessi di chiudere una volta per tutte.

…Ma non lo farò neanche questa volta.

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