Brividi spiacevoli

Vi capita mai di ripensare a situazioni passate e di farvi prendere da quel sentimento misto tra pena e vergogna per le persone con le quali avete condiviso il vostro tempo?

A me è appena successo. Di solito associo questa brutta sensazione a Gennaro “Troglos”, la relazione della quale più mi vergogno di tutta la mia vita, tuttavia stavolta non è stato merito suo. Sto scrivendo le mie memorie (per la cronaca, sono a pagina 37) zompettando qua e là nel tempo e stanotte prima di chiudere e andare a dormire (o almeno provarci), volevo controllare dove fossi arrivata, quale fosse l’ultimo avvenimento trattato. Ho riletto le ultime cinque righe, quelle che parlano di G. Ho ripensato all’inutilità di quella relazione, alla totale inappetenza sessuale che era in grado di fornirmi, al suo abbigliamento anziano, alle sue movenze impacciate e goffe. Mi è partito un brivido dalla fine della schiena su fino al collo e ho solo pensato: “Ma come diamine ho fatto?!”.

Zero nostalgia, solo molto disprezzo per me stessa.

“Lascia il telefono e imbraccia la reflex”

parental_advisory_explicit_content_lge_logo

Pronti, partenza, via.

Domani Malta con Fra. Una cosa a caso. Andiamo a Malta. E sciam. Sto in piena crisi ansiogena a causa di questo cazzo di telefono onnipresente nella mia vita che guai se non ci fosse. Paura di perderlo? No, anzi forse sarebbe una liberazione, specie da tutte quelle facce di merda che hanno il mio numero e mi mandano messaggi chiedendomi favori sessuali, ex storici e simpatici burloni in viaggio per il Madagascar. Tutto sommato, però, Fra non ha tutti i torti. Ho incontrato TheListIta che ha un canale pieno di viaggi, riprese e foto, io con tutte le esperienze che ho fatto non ho altro che foto di gruppo con gente che li guardi e pensi “E chi cazz è?”. Se avessi scoperto prima di poter creare qualcosa di bello come ha fatto lui, forse ora lavorerei per National Geographic, o forse avrei solo un canale Youtube meno patetico e incasinato di quello che ho attualmente. Oggi ho parlato con Carlo di definizioni, approssimazioni, sentimenti e condizionamenti e ciò che ne ho ricavato è solo un’enorme confusione. Lui è categorico, bianco o nero, io no, sfumo e pure parecchio. Non so impormi, finisco sempre per piegarmi (me ne accorgo di più ultimamente, però, devo dirlo, e non solo per il bruciore dietro) e andare contro i miei principi. Così scrivo messaggi quando non dovrei, rispondo educatamente a chi mi scrive “Appena ti rivedo ti apro in due” e cerco spiegazioni irrazionali per Online dopo ore di assenza che non si traducono in spunte blu. E poi ovviamente riverso il mio odio sui malcapitati del profilo 2 di Facebook, che un po’ si meritano anche di essere maltrattati, diciamocela tutta. Di sicuro non mi dispiace essere acida con chi fa l’intellettualoide sbagliando la grammatica o mi inonda di gif animate con castagne glitterate e scritte di dubbio interesse. L’unica cosa che ho è lo squallore del mondo. Così ci troviamo a nascondere alle fidanzate che sogniamo le tette delle ex, a fingere di essere amici perché lui non può stare con lui davanti a tutti (o almeno non può dirlo pubblicamente e alla mamma), a fingere di non innamorarci, a parlare di cose che non conosciamo giusto per non fare la figura degli scemi (e magari azzeccare anche qualcosa senza avere arte né parte), a guidare ubriachi per la voglia di fuggire da un mondo che grida troppo forte per riuscire a capire cosa pretenda da noi vili vermetti striscianti su questa terra di paura e di dolore. Così cercherò una via d’uscita lontano da qui, in mezzo al Mediterraneo, possibilmente spegnendo il telefono. Forse.