Primo posto

Il mercoledì fotografico di TheList ha premiato la mia foto mettendola sul podio. Sono incredibilmente orgogliosa di aver realizzato questo risultato, soprattutto perché nato da un’ispirazione totalmente estemporanea e senza mangiarmi la testa per cercare di sorprendere. Ho scritto poco e ho lasciato parlare l’immagine. Ho passato del tempo a fare la post-produzione e questo, più di tutto, mi ha fomentata. Ho deciso di riprendere a scattare, mi si è riaccesa la passione matta e disperatissima, anche se significa portarsi dietro l’equivalente in peso di un bambino di tre anni. Sto imparando ancora cose nuove, “la mia bimba” non riesce a smettere di stupirmi.

“Mo c’arripigliamm tutt chell che è o nuost.”.

Signori: Dialogue.

“DiaLegare”
Dialogo è connessione, interazione. Intrecciare parole per creare e mantenere legami.

Il commento di Matteo è stato:

> Ah, cazzo. Finalmente!
Finalmente il tuo studio sulle ombre da i suoi frutti! Sono estremamente soddisfatto per la chiarezza compositiva che possiede questo scatto. Mi piace come hai posizionato gli elementi, il framing è pressoché perfetto, gli spazi sono rispettati al centimetro. La cosa più incredibile è la crescita costante che stai avendo attraverso questa community, Patreon e tutto il feedback che lentamente stai assimilando. Un concept complesso come dialogue rappresentato con semplicità ma precisione maniacale; quattro elementi, due ombre, due luci,  tre fili che tagliano a metà il frame conducento l’occhio esattamente dove vuoi te, nel momento che hai scelto di rappresentare. Infine, tocco di classe; titolo e caption a tema senza affondare troppo ne troppo poco. Precisa. Brava.

Ora me la tiro un po’, gongolo e vi saluto. Adios.

Riprenditi

Riprenditi il tempo.
Riprenditi lo spazio.
Riprenditi l’acqua.
Riprenditi il sole.
Riprenditi la vita che avevi lasciato.
Riprenditi la voglia.
Riprenditi ogni singolo attimo.
Riprenditi la gioia di vivere.
Riprenditi la libertà che avevi perduto.

Ma soprattutto riprenditi.

So’ proprio brava!

Non mi sono mai “frusciata”, come si suol dire, sulla base di ciò che so fare, anche quando sono riuscita ad eccellere. Non mi piacciono le persone che si lodano, si imbrodano, si vantano e si battono il cinque da soli per quanto sono fighi, però a volte è necessario puntualizzare. Mi riferisco alle competenze, alle esperienze di vita, alle cose che so fare. Non posso dire che so cantare, perché la mia voce è stata educata, ma non è durata ed ora è tornata ad essere selvatica, selvaggia, quindi diciamo che mi piace farlo, ma che ho ancora molto da imparare. Non posso dire di saper scrivere, perché so scrivere ciò che mi piace, non tutto. Non so scrivere su argomenti che non mi appassionano o in momenti in cui non sono particolarmente ispirata, divento didattica, scolastica, poco partecipe, come nel racconto di Montelago. Magari ne riparlerò più in là, quando sarò meno spaventata dalla possibilità di perdere quei ricordi e rimarranno solo le emozioni sopite. Non mi so truccare, non mi so vestire, non so capire e empatizzare, non so nascondere le emozioni, non so insegnare, non so imparare, non ho metodo, non ho memoria. Ci sono poche, piccole, inutili cose che SO fare. So parlare con i bambini. So risultare simpatica e antipatica. So stare con gli altri, so essere l’anima della festa e stare in disparte, so far risplendere gli altri e so smettere di parlare quando sono ubriaca. So i fondamentali della giocoleria, i fondamenti di programmazione HTML e delle pillole di teoria musicale. So mettere la passione al servizio degli altri e so nutrire l’ego del prossimo.

In una situazione in cui ti senti la caccola peggiore del pianeta, ci sono io che ti dimostro che anche le caccole hanno una funzione a questo mondo.

Mi sono trovata, di recente, in una situazione opposta. Fotografi a confronto, canonisti e nikonisti, si giocava a chi ce l’ha più lungo (l’obiettivo). In questo discorso da maschi alfa, io e la mia bimba non ci siamo minimamente esposte, io faccio foto, non sono fotografa (equivale a dire Si, ho una laurea in psicologia, ma non sono psicologa). “Ti sei persa le foto delle montagne sconfinate e del tramonto di oggi pomeriggio” con l’atteggiamento di chi pensa che sia una pivella che ha appena preso in mano la reflex. Rispondo: “Ho preferito guardarlo, non fotografarlo. Certe cose vanno percepite, non immortalate”. Mi guarda con sufficienza e mi fa: “Ti aggiungo su Facebook così vedi le mie foto.”. Oggi lo ha fatto. Le ho viste ed ho potuto pensare solo una cosa: “Oh, ma a confronto SO’ PROPRIO BRAVA!”.

Fra, che come modella dimostra che SO’ PROPRIO BRAVA a fare le foto!