Quando un’amica torna single

E forse è vero che mi sveglio e non ti cerco. Forse è sano che non ti parli e non mi pento. È giusto e ovvio che ti scusi e non ti sento. Forse in fondo un po’ però mi sei rimasto dentro. Non ti voglio, non ti ascolto, sei un lamento. Però poi parliamo insieme, stesso accento. Un buco al cuore, qui nel petto, hai fatto centro. Sono stanca, triste, affranta, vuota dentro. Quel fuoco ardente dentro me ormai l’hai spento. Del mio dolore il tuo contatto è l’epicentro. Del mio equilibrio ho smarrito il baricentro. Di notte, si, vorrei parlare, ma mi addormento. Quante bugie ti ho perdonato? Cinquanta? Cento? Ormai son tante, troppe, le ricordo a stento. È vero, adesso sono ancora in sbattimento. Mi distraggo, non ci penso, ma ancora stento. Riesco solo a guardare in faccia il fallimento. Mi hai detto: È stato un solo un po’ un fraintendimento. Ma certe cose non le vedo, me le sento. E non dovrai fare nessun altro giuramento, ormai è fatta, chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro. Sarà dura, ma riuscirò in questo intento, certo non facile, siamo in isolamento. Lascerò andare ogni mio fare violento e tornerò a correre, libera come il vento.

Dove finiscono i fiori quando li hai raccolti?

Dove finiscono i fiori quando li hai raccolti?
E i compiti quando li hai svolti?
E i sorrisi sulle bocche degli stolti?
E i denti del giudizio quando li hai tolti?
E i pregiudizi, se sono molti?
E i conoscenti e i loro volti?
E gli intellettuali, quelli più colti?
E i capelli, se non sono più folti?
E i ladri con i loro maltolti?
E i condannati quando vengono assolti?
E tutti i dischi che non ascolti?
E i ricordi, se li lasci sepolti?
E le vicende e i loro risvolti?
E tutti i nodi quando li hai sciolti?
E i problemi quando li hai risolti?
E i giorni confusi, squilibrati, sconvolti?
E i dolori, quando li hai accolti?

Dove finiscono tutte le rime
di una poesia che aspetta la fine?

Rimando ri-mando

Smaltisco a fatica il fiele del tuo cordoglio

L’ardire sordo di tutto il tuo orgoglio

Vorrei digerire ogni tuo sbaglio

Sputare decisa ogni mio abbaglio

Mi dicono e dico che starò meglio

Che ci penso ancora, ma non ti voglio

Che non piango, anzi sbadiglio

Che non esiste alcuno spiraglio

Delle tue scuse non ho neanche un foglio

Continui a ferirmi e non batto ciglio

Un cane che ringhia tenuto al guinzaglio

A questo dolore metterò un bavaglio

Lo lancerò via, lontano più di un miglio

Giù negli abissi e senza boccaglio

Nei bei ricordi mi immergo e scandaglio

Ma ad ogni sorriso rivivo il travaglio

Di tutta una storia mi hai lasciato un ritaglio

Difficilmente dimentico luglio

Ma divertita sorrido e deraglio

Mi sento viva, ma anche in subbuglio

Non ho bisogno di alcun dettaglio

Da quando mi hai detto che senza me è meglio

Nel cuore conservo un segno d’artiglio

Rivedo una foto, un muro, la scaglio

E non ne rimane che un riflesso spoglio

Decisa lo sfoglio, cancello, vai giù.