“Tu e accontentarsi non potete stare nella stessa frase”

“Allora, cosa ti succede di bello?”. Lui mi guarda, guarda il cameriere che non incontra da un po’, porge la mano nella mia direzione e sorride. Imbambolata, non posso fare altro che stringere il bicchiere mezzo pieno e buttare giù un bel sorso di birra. Lo zar sa come far sentire apprezzata una donna. Mi porge il braccio fuori dal locale e mi accompagna sotto l’ombrello per non farmi bagnare. Cucina per me facendo lo slalom tra i miei piatti preferiti e quelli che non mangerei neanche morta. Mi prepara la colazione, mentre ancora assonnata cerco di capire chi sono e dove mi trovo. Così, per gioco, iniziamo a flirtare, come se ci fossimo appena incontrati. “Qual è la cosa più folle che hai fatto per amore?”. Macinare chilometri, organizzare feste a sorpresa, avere il coraggio di andare oltre. E quando lo ha chiesto a me non ho saputo rispondere. Mi fa: “Come ci proveresti con me?”. Non lo so. Non so come fare a provarci con qualcuno. Se mi piace, ci parlo, rido e provo a baciarlo, di solito funziona così, anzi, non funziona. Mi sarà andata bene 2 volte su 200. Perché per la maggior parte delle volte quelli che mi piacevano non mi cacavano e mi sono accontentata di quelli a cui piacevo io. Così mi ha risposto con la frase che dà il titolo al post.

Forse per lui non è ancora chiaro chi ha davanti, ma per me si. Ho imparato che i fighi sono stupidi o stronzi, gli sfigati romantici e pieni di sorprese. I nerd sanno amare più e meglio dei figli di papà e quelli col posto fisso hanno meno creatività dei disoccupati o dei liberi professionisti. Sicuramente i miei sono pregiudizi, ma non ho ancora incontrato nessuno che mi abbia fatto cambiare idea. Lo stesso zar è un ex gamer, cresciuto certo circondato da amici, ma in opposizione con la cultura dominante del macchinone e del calcetto il giovedì sera.

Ho smesso di accontentarmi perché ho ancora un’anima che soffre se non viene amata come deve. Non sarò mai normale. Non sarò mai come le altre. Mi accontento di essere strana, ma di essere me.

Ritorno al “peace&love”

Innamorati di uno sconosciuto che ti cambi la prospettiva delle cose, innamorati di chi sa farti sorridere al primo sguardo, di chi ti avvolge con un abbraccio e ti regala la sua anima in quei sette secondi, innamorati del tuo migliore amico che ti conosce da una vita o del primo che incontri sul tram verso casa, innamorati del pensiero di lui, o del pensiero di lei, o del pensiero di lui e lei insieme a te, innamorati di uno sguardo, innamorati di un concetto, un’idea, un sogno. Innamorati e vivi, perché l’amore è vita.

Ho avuto molte storie, alcune appassionate, altre meno, ma nessuna di queste mi ha fatto rinunciare ad amare. Non mi sono mai privata di quella vita, di quel brivido, perché amo me stessa e le sensazioni che amare mi sa dare. Mi sono pentita di aver amato qualcuno? Si. Ho odiato quell’amore per non essere stato compreso, accolto, custodito. Benché sia una paladina della libertà sessuale senza preconcetti né limitazioni di sorta, ho sempre provato a cercare anche un minimo di battito del cuore all’interno delle situazioni attorno a me. Ho amato, ho visto amare, ho riflesso il mio investimento in nuove direzioni. Ed ho sempre vissuto intensamente.

Quindi smettetela di odiare voi stessi e lasciatevi investire dall’amore.